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L'autore di "Abbiamo toccato le stelle" allo Zanussi.

Appuntamento nella biblioteca della scuola. Gli studenti hanno applaudito l’autore, una pioggia di domande per Gazzaniga a cui ha risposto senza risparmiarsi.

 

Ottima partecipazione all’Isis Zanussi con centinaia di ragazzi venuti ad ascoltare Riccardo Gazzaniga, autore per la Rizzoli del romanzo “Abbiamo toccato le stelle”. L’autore genovese ha incontrato gli studenti nella biblioteca della scuola, uno spazio in cui ragazzi si recano per prendere libri selezionati a loro dedicati, un luogo di confronto in cui visualizzano film tematici o documentari.

Incontro con Gazzaniga“Nessuno è immune dai pregiudizi – ha detto l’autore, guardando dritto negli occhi i ragazzi, perciò dobbiamo cercare di evitarli e lavorare dentro noi stessi per raggiungere il risultato”.

Dopo il liceo Gazzaniga si è arruolato nella polizia, con un linguaggio diritto all’anima dei giovani lettori, riesce a far comprendere quanto i campioni non si misurino solamente nei campi di calcio, nelle piste d’atletica, nei ring, ma devono essere anche esemplari dal punto di vista umano, ovvero devono essere un modello per chi li guarda con ammirazione.

Tante le domande degli studenti incantanti dall’autore che parla con la schiettezza di chi le vicende le vive sulla propria pelle e ama raccontare storie. “Ho scelto di fare il poliziotto – ha affermato Gazzaniga – per mettermi al servizio dello Stato e fare del bene ai cittadini, nel contempo coltivo la passione dello scrivere che avevo fin dalle scuole medie”. Tra le tante storie del libro, gli allievi sono stati coinvolti da avvenimenti sportivi raccontanti in punta di penna da Gazzaniga che fanno parte non solo della storia dello sport, più settoriale, ma della storia maestra che dovrebbe essere contenuta anche nei testi scolastici e, comunque, nei libri che formano a diventare cittadini. Tra le tante vicende, si ricorda la storia di Gino Bartali, tra i ciclisti più acclamati di tutti i tempi che oltre ad essere un indiscusso numero uno, ha salvato le vite di molti ebrei, come del resto il grande Muhammad Ali, provocante nel ring quanto umile nella vita con l’amore sconfinato per una terra che è sempre stata depredata e i suoi uomini sfruttati.

Gazzaniga va oltre il pregiudizio, cerca di far capire che i sogni si possono realizzare anche quando la vita mette davanti degli ostacoli apparentemente insormontabili, lo fa con Alex Zanardi, Terry Fox, quando le opinioni estreme si fanno prepotenti al tempo del nazismo, quando un campione non lo puoi battere secondo le regole e le cambi e se non basta, lo uccidi con una badilata, ed è la storia dello zingaro Johann Rukeli Trollmann, troppo forte ed elegante per un ariano. Gazzaniga ha insegnato a guardare oltre le apparenze nell’illustrazione di Piero Macola in cui Tommie Smith e John Carlos si sono fatti coraggio per i diritti delle persone di colore, sia per quelli che non hanno voluto battersi che per quelli che non potevano farlo, nelle olimpiadi di Città del Messico del 1968. Ma quell’immagine che è passata alla storia come contestazione con il guantone nero in alto e i piedi scalzi, ha messo in secondo piano la figura del numero due in quella storica competizione, il camaleontico Peter Norman. Si pensava che da bianco non potesse interessare una lotta per la parità, invece lui il guantone nero non l’aveva, perché in quel momento ve ne era solo un paio, eppure ha voluto ricordare la discriminazione del suo popolo, degli aborigeni australiani. Ebbene quella storia, l’autore l’ha fatta girare in rete, è stata tradotta in dieci lingue e ha emozionato lettori di tutto il mondo, compreso gli studenti dello Zanussi, orgogliosi e fieri di incontrare lo scrittore che tanto li ha appassionati.

Incontro con Gazzaniga

 

Incontro con Gazzaniga

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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