Otto prime classi, 700 studenti, matricole raddoppiate nell’indirizzo triennale: è il profilo dell’Isis Zanussi, alla prima campanella 2014-2015. Quella che suonerà domani alle 8, in via Molinari a Pordenone, con tante novità. «Giro di vite sui permessi – non transige il vicario Domenico Giotta –. Cinque di entrata posticipata in aula e altrettanti di uscita anticipata in nove mesi di scuola. Siamo seri». Disciplina sotto controllo e orari allungati dopo la pausa pranzo. «Due rientri pomeridiani la settimana, perché è l’effetto di un’ora di lezione aggiunta di geografia – anticipa Giotta, che promette orario pieno nei primi sette giorni di lezione –. Scuola aperta con tutor grazie al progetto di un benefattore pordenonese e appuntamento il 27 settembre alle 10 in Provincia per la consegna dei diplomi 2014».
Il diploma Zanussi vale un lavoro sicuro. «Le due classi prime del triennio elettrico e meccanico sono l’effetto positivo della crisi – Giotta dice che i ragazzi a 14 anni vogliono un futuro da occupati –. Il diploma di qualifica regionale, infatti, assicura una manualità che va a ruba sul mercato del lavoro.

I primi qualificati ci saranno nel 2016 e con contratti di assunzione assicurati. Come i ragazzi diplomati nel quinquennio». Il boom di iscritti nelle scuole professionali si misura nello Zanussi e anche nell’Isis Flora. «Arrivano a vagoni dalle altre superiori – Giotta scherza sull’ondata estiva di ragazzi a caccia di un posto in aula –. C’è l’impennata di iscrizioni nel nostro professionale. E’ il risultato di un orientamento in terza media che va ripensato. La scelta sbagliata di una scuola superiore fa perdere un anno di scuola ai ragazzi e anche risorse alle famiglie. Tra gli ex alunni di licei e degli istituti tecnici di Pordenone abbiamo studenti che spiccano tra le eccellenze. Si sono trovati bene: avevano sbagliato scuola

a 14 anni». L’ondata di “migranti” riprenderà dopo le pagelle di gennaio 2015. Il fenomeno si lega anche allo stile accogliente che ha scelto lo Zanussi. «Abbiamo risorse che ci servono per aiutare i ragazzi alla frequenza», conclude Giotta.(c.b.)

14 settembre 2014 - Articolo originale